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Reggia di Ficuzza

1799, Corleone, Palermo

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Alle spalle di Palermo, nel territorio di Corleone, all'interno dell'omonima Riserva Naturale Regionale, sorge la Real Casina di Ficuzza. Il sito reale nasce a partire dal 1799 come residenza di corte per soddisfare la passione per la caccia del re Ferdinando IV di Napoli, III di Sicilia

Il sito

A partire dal 1799, a seguito del trasferimento della corte borbonica da Napoli in Sicilia, sull’onda dei moti rivoluzionari partenopei, Ferdinando avviò una vasta riorganizzazione dei siti reali siciliani tra cui quello della Ficuzza, scelto come centro operativo da cui dipendevano le altre proprietà reali.

Nel 1802 il sovrano commissionò ad Alessandro Emmanuele Marvuglia la realizzazione nell’area di Ficuzza di una residenza reale degna di quelle presenti sul territorio campano. L’architetto immaginò un progetto di casina di caccia del tutto simile, per forme e proporzioni, alla Reggia di Carditello.

Nello stesso anno Ferdinando affidò all’architetto Carlo Chenchi un successivo progetto, improntato a un nobile e rigoroso classicismo, dalle volumetrie imponenti, semplici ed eleganti. Tuttavia, il progetto definitivo è opera di Giuseppe Venanzio Marvuglia che subentrò nell’aprile del 1803 al Chenchi.

Con il ritorno in Sicilia della corte borbonica, dal 1806 Ferdinando di Borbone riprese a soggiornare più volte alla Ficuzza. Dal 1812 fino al ritorno a Napoli nel 1815 il sovrano dimorò stabilmente nella residenza, ritirandosi a vita privata a seguito della reggenza del regno di Sicilia affidata al figlio Francesco. Nell’edificio reale trovarono sistemazione camere e ambienti destinati ai sovrani, saloni di rappresentanza, la cappella privata e una cantina.

Grazie alla presenza della corte, nel corso degli anni si continuò a migliorare il bosco e la sua accessibilità, con una strada carrozzabile in asse con la casina lungo la quale fu eretto l’obelisco denominato La Guglia, al centro del bivio che conduce a Corleone.

Particolare attenzione ebbe Ferdinando di Borbone sia per le attività agricole e zootecniche, con la costruzione di case, depositi, stalle, fontane e abbeveratoi, che per la razza equina di Ficuzza la quale qualificò la tenuta reale come centro di allevamento di cavalli insieme a quelli già attivi a Carditello e Persano.

Dopo l’Unità d’Italia il palazzo e il bosco, nel 1871, vennero affidati all’Amministrazione forestale del Regno d’Italia, che si occupò della gestione del complesso, della borgata e degli abitanti. Dal 1884 il borgo di Ficuzza è stato attraversato anche dalla linea ferroviaria Palermo (Sant’Erasmo)-Corleone-San Carlo, in esercizio fino al 1959, di cui la vecchia stazione nei pressi della residenza è oggi testimonianza storica, riconvertita in struttura turistica e ricettiva.

Dopo un lungo periodo di chiusura e un complesso intervento di restauro, il palazzo è stato riaperto al pubblico nell’aprile 2009. Il 3 agosto 2013 la Regione Sicilia ha voluto utilizzare la struttura per istituire il “Museo multimediale del bosco di Ficuzza” dove viene messa in risalto la grande biodiversità del parco e la storia di Ferdinando IV di Borbone durante la sua permanenza a Ficuzza. Il sito borbonico è oggi regolarmente aperto al pubblico e visitabile.

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