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Real Sito di Carditello

1782, San Tammaro, Caserta

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Il Real Sito di Carditello sorge nella piana del fiume Volturno, a nord di Napoli, nell'area dei Mazzoni e dei Regi Lagni, poco distante dalla Reggia di Caserta e dal Litorale Domizio. Nato per l'allevamento dei cavalli, a partire dal 1782 viene organizzato come azienda agricola innovativa di oltre 2.000 ettari

Il sito

Il Real Sito di Carditello nasce a partire dal 1744 per volontà di Carlo di Borbone come luogo di caccia, produzione agricola e di allevamento di cavalli di razza nel cuore della Campania felix. Con Ferdinando IV di Borbone dal 1782 la tenuta reale di Carditello viene strutturata come una azienda agricola moderna e innovativa, dove convivevano la produzione della mozzarella, l’allevamento di cavalli, bufale e vacche e la coltivazione di cereali, foraggi, legumi, canape e lino, raggiungendo nel 1833 un’estensione di circa 2.000 ettari.

Al centro del sito borbonico sorge, per opera di Francesco Collecini, allievo di Luigi Vanvitelli, la residenza reale in stile neoclassico con una cappella reale e con una pianta a doppia T, ai cui lati seguono otto torri e otto capannoni adibiti rispettivamente al personale della tenuta e alle attività agricole e di allevamento. Sul fronte e sul retro della Casina reale, invece, trovano spazio il galoppatoio con al centro il tempietto circolare, ispirato ai circhi romani e famoso per la Festa dell’Ascensione, e cinque cortili di servizio con fienili e due sale monta. Per le attività del Real Sito giungeva, dopo il Belvedere di San Leucio, un ramo dell’Acquedotto Carolino che alimenta il Parco e gli Appartamenti della Reggia di Caserta.

Con l’unità d’Italia la Tenuta passò ai Savoia e nel 1919 fu donato all’Opera Nazionale Combattenti, con conseguente lottizzazione dei terreni. Dal 1952 entra nel patrimonio del Consorzio Generale di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno fino a raggiungere uno stato di degrado e abbandono culminato con la messa all’asta del gioiello borbonico nel solco della dismissione del Banco di Napoli. Grazie alla mobilitazione di cittadini, associazione e stampa e associazioni nel 2013 il Ministero dei beni culturali ha acquisito al patrimonio dello Stato il real sito, facendo nascere nel 2015 una fondazione di partecipazione che tutt’oggi ne cura il recupero, la valorizzazione e la fruizione al pubblico con visite, convegni eventi e spettacoli equestri e culturali.

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