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Negli ultimi anni di esilio a Palermo, tre mesi dopo la morte di Maria Carolina d’Asburgo, nel 1814 Ferdinando IV di Borbone sposa in seconda nozze Lucia Migliaccio, nobildonna siciliana duchessa di Floridia, vedova di Benedetto Grifeo di Partanna.
Al rientro a Napoli, dopo la restaurazione in Europa dei poteri regi, re Ferdinando fece dono alla moglie morganatica del grande parco sulla collina del Vomero, poco distante da Castel Sant’Elmo e dalla Certosa di San Martino, affidando all’architetto Antonio Niccolini, dal 1817 al 1819, la riorganizzazione in stile neoclassico dell’intero complesso residenziale di oltre 18 ettari che prese il nome di Villa Floridiana in onore della sua consorte.
Dopo la morte del re e di Lucia Migliaccio tra il 1825/26 le proprietà della duchessa furono divise tra i figli del precedente matrimonio che vendettero una porzione meridionale del parco e villa Lucia, una delle due residenze presenti nella Floridiana, a Conte Pasquale Stanislao Mancini che ne fece la residenza di famiglia nella capitale partenopea.
Nel 1919 il resto del complesso fu acquistato dallo Stato sabaudo destinando dal 1931 gli spazi interni della villa Floridiana a sede del Museo “Duca di Martina“, raccolta collezionistica di oltre seimila opere di manifattura occidentale e orientale, databili dal XII al XIX, costituita da Placido de Sangro ed ereditata dall’omonimo nipote che la donò nel 1911 alla città di Napoli.
La villa, oggi aperta al pubblico anche come sede muselae, con il parco che la circonda è uno dei pochi polmoni verdi in città, nel quale si alternano ombrosi sentieri, ampie zone di prateria e vedute panoramiche verso il golfo di Napoli, in un’affascinante sintesi di elementi geometrici e di soluzioni prospettiche.