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Alla Certosa di San Martino in mostra i Reali Teatri di Antonio Niccolini

Si conclude il prossimo 7 marzo la mostra “Antonio Niccolini, scenografo dei Reali Teatri di Napoli” in corso alla Certosa e Museo di San Martino, in occasione delle celebrazioni dell’architetto e scenografo del Regno di Napoli Antonio Niccolini, a 250 anni dalla sua nascita.

L’esposizione, allestita nella Sezione Teatrale secondo un itinerario fondato sul regesto aggiornato della produzione dell’architetto-scenografo, è incentrata su una selezione dei circa 350 bozzetti, studi e schizzi di scenografie appartenenti al Fondo Niccolini, conservato presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe della Certosa e Museo di San Martino, molti dei quali mai presentati al pubblico.

La mostra è articolata in sei sezioni, di cui la prima è dedicata all’esordio di Niccolini al Teatro di San Carlo nel 1807, documentato dagli splendidi bozzetti per il ballo Cesare in Egitto di Gaetano Gioja.

La seconda parte racconta l’opera dell’artista fino al 1822, con le testimonianze del suo lavoro per la riproduzione, ad esempio, degli spazi arcaici dell’epopea omerica de L’incendio di Troja e delle ambientazioni per Le nozze di Alessandro e Statira.

L’incendio che colpì nel 1816 il Teatro di San Carlo e la sua riapertura nel 1817, con l’allestimento del melodramma allegorico Il sogno di Partenope di Lampredi-Mayr, sono documentati nella terza sezione della mostra, tra cui si distinguono il noto capolavoro di Anton Sminck van Pitloo, il bozzetto di Niccolini e i figurini di Giacomo Pregliasco.

L’ultima fase di attività di Niccolini, tra il 1823 e il 1840, viene raccontata nella quarta parte della mostra, in cui sono collocati, tra gli altri, importanti allestimenti per opere teatrali di Pacini, Rossini, Mercadante e Donizetti.

Nella sezione successiva vi sono bozzetti a testimonianza della sua attività presso i palcoscenici del Teatro del Fondo (oggi Mercadante), in quanto teatro reale, e della più piccola sala dei Fiorentini nei pressi di via Toledo.

L’ultimo segmento della mostra è dedicato a una selezione di opere non ancora attribuiti all’architetto di origine toscana. Il percorso si conclude con la restituzione in modelli tridimensionali di alcune delle scenografie più rappresentative, a cura della cattedra di Modellistica dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Il prossimo 7 marzo sarà possibile visitare e ammirare il suggestivo percorso espositivo, partecipando all’esperienza organizzata da Royal District, accompagnati dal professore Pier Luigi Ciapparelli, curatore della mostra.

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