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Matilde Serao, una scrittrice della Napoli post-unitaria

Nei paesi latini, le poche donne che brillano come conversatrici interferiscono, spesso, a detrimento di un rapido scambio di battute. Non così Matilde Serao. Ella non cercava di profetare e di predominare: ciò che le interessava era di comunicare con persone intelligenti (Edith Wharton, 1934 – A Backward Glance)

La rubrica del “personaggio del mese” prosegue in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, con un ritratto di Matilde Serao.

In una Napoli pulsante di vita e di colori, c’era una giovane donna determinata a catturare l’anima di questa città con la sua penna. Il suo nome era Matilde Serao, e la sua storia comincia il 7 marzo 1856, a Patrasso, in Grecia, dove il padre, Francesco, giornalista coraggioso, si era rifugiato per sfuggire alle repressioni del regime borbonico.

Matilde, fin dalla giovane età, fu immersa nel vortice frenetico del giornalismo, abbracciando la sua vocazione con fervore e passione. Le sue parole prendevano vita sulle pagine del “Corriere del Mattino” di Napoli e del “Capitan Fracassa” a Roma, mentre collaborava con riviste prestigiose come la “Nuova Antologia”, il “Fanfulla della Domenica”, e la “Domenica letteraria”.

Ma Matilde Serao non era solo una giornalista: era una narratrice appassionata, capace di trasformare la vita quotidiana di Napoli in racconti vibranti e coinvolgenti. Attraverso novelle e bozzetti, riusciva a cogliere l’essenza della città, con il suo sottoproletariato vivace e la sua piccola borghesia in fermento.

Tra i suoi lavori più noti si ricordano Suor Giovanna della Croce (1901), un’immersione profonda nell’anima tormentata dell’antica capitale del Mezzogiorno, con un’atmosfera che richiama i toni malinconici di Čechov; e Il ventre di Napoli, una cronaca che, documentando l’epidemia della Napoli post-unitaria, denuncia il degrado dei quartieri più popolari della città.

Ma nonostante il suo talento straordinario, a causa delle sue posizioni contro il nazionalismo e la guerra, Matilde Serao rifiutò il riconoscimento del Premio Nobel.

La scrittrice morì il 25 luglio 1927, mentre sedeva al suo tavolo da lavoro, colpita da un improvviso attacco cardiaco. Ma il suo spirito e il suo lascito letterario continuano a vivere nelle strade di Napoli, eternamente immortali grazie alle sue parole.

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