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Il calendario della morte della Napoli illuminista

(…) Vi sono impressioni che non si raccontano, ma si pensa e si tace perché la parola è insufficiente

RENATO FUCINI

Il Cimitero delle 366 fosse, opera civile di razionalizzazione delle sepolture, coerente con lo spirito dell’epoca dei lumi, fu realizzata nel 1762 nell’ambito di un unico progetto di assistenza con il Real Albergo dei Poveri di Napoli.

 Il cimitero, opera dell’architetto di corte Ferdinando Fuga, fu tra i primi esempi in Europa di area specificamente dedicata ai meno abbienti, al di fuori delle mura cittadine.

L’architettura cimiteriale ha forma quadrata ed è delimitata da un muro di cinta. La sua particolarità è data dalla disposizione delle sepolture. Il vasto cortile è suddiviso in 366 ambienti ipogei disposti in 19 file per 19 righe (nel pensiero illuministico l’1 simboleggiava Dio, il 9 la morte), assicurando in ognuna delle fosse una degna sepoltura ai morti per ogni giorno dell’anno, compresi i bisestili.

 Ogni fossa, profonda 7 metri, è coperta da una lapide quadrata di 4 metri e 20, contrassegnata da un numero progressivo corrispondente alla data del giorno dell’anno.

La fossa numero 60 si apriva solamente negli anni bisestili, perché corrispondeva al 29 febbraio. Le sei collocate nel corpo principale corrispondono alla Settimana Santa (25 dicembre – 31 dicembre), veniva riservato, quindi, un trattamento diverso a coloro che morivano in prossimità della nascita di Gesù.

Si narra che nella fossa numero 313, durante la notte tra il 7 e l’8 novembre del 1868, sia stata sepolta una ragazza morta all’Ospedale degli Incurabili. La zia di quest’ultima rimase a pregare per tutta la notte sulla tomba aperta che, come da usanza, venne chiusa solo all’alba del giorno dopo.

La leggenda vuole che una volta ogni 20 anni sulla tomba numero 313 si materializzino le figure della zia e della nipote che si abbracciano, volando poi via alle prime luci dell’alba.

Il cimitero oggi è di proprietà dell’Arciconfraternita di Santa Maria degli Incurabili ed è un luogo di culto aperto al pubblico.

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