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Reggia di Portici

1738, Portici, Napoli

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La Reggia di Portici si estende dal Vesuvio alla linea di costa, lungo il Miglio d'Oro, tratto della Strada regia che conduceva da Napoli alle Calabrie. Il sito reale di Portici nasce per soddisfare la passione venatoria di Carlo di Borbone ed accogliere nel Museo Ercolanense i reperti archeologici vesuviani

Il sito

Il sito reale nasce per volere di Carlo di Borbone e Maria Amalia di Sassonia nel 1738 dalla trasformazione di più terreni, palazzi e dimore preesistenti. Al progetto della residenza estiva di corte lavorarono prima Giovanni Antonio Medrano e Antonio Canevari e poi Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga, oltre ai pittori Giuseppe Bonito, Vincenzo Re e Crescenzo Gamba, e lo scultore Joseph Canart.

La residenza borbonica si sviluppa intorno ad un vasto cortile, attraversato dalla Strada regia delle Calabrie, a cui sono annessi il Bosco superiore verso il Vesuvio e quello inferiore verso il mare. Il complesso monumentale, riserva di caccia e pesca dei sovrani, è cinto da mura lungo tutto il perimetro.

Contestualmente all’avvio degli scavi borbonici a Ercolano (1738), Pompei (1748) e Stabia (1749), la Reggia di Portici ha accolto i reperti provenienti dalle città sepolte dal Vesuvio nel 79 d.C. nelle stanze che ospitarono il Real Museo Ercolanense, inaugurato nel 1758 e meta privilegiata dei viaggiatori del Grand Tour.

Dopo i tumultuosi eventi della Repubblica Napoletana del 1799 e il Decennio francese (1806-1815), durante il quale i Napoleonidi abitarono la residenze reale, si avvio il definitivo trasferimento di tutti i reperti archeologici al Palazzo degli Studi di Napoli, dove Ferdinando I delle Due Sicilie aveva decreto l’istituzione del Real Museo Borbonico, sull’esempio dei musei universali nati nelle varie corti europee. Di grande importanza fu il 3 ottobre 1839 l’inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, tra le prime in Europa, che collegava le Reggia di Portici a Napoli.

Dopo l’unità d’Italia, il complesso borbonico passò nella proprietà della Provincia di Napoli che la destinò nel 1872 alla prima Scuola superirore di agricoltura, oggi Dipartimento d’eccellenza dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” che ne cura la gestione e la fruizione insieme al Centro Museale “MUSA” e la Città metropolitana di Napoli.

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