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Il San Carlo, opera realizzata in sei mesi da Giovanni Antonio Medrano e dall’impresario Angelo Carasale, ha il doppio primato di anticipare di 41 anni il Teatro alla Scala di Milano e di 55 anni il Teatro La Fenice di Venezia e di essere modello d’ispirazione per i successivi teatri d’Europa e del mondo.
Inaugurato il 4 novembre 1737, nel giorno dell’onomastico del sovrano, nei primi anni fu sede dell’opera seria di compositori della Scuola Musicale Napoletana, punta di diamante della musica europea che traeva linfa creativa dai quattro Conservatori della città. Tra i maestri della Scuola Jommelli, Cimarosa, Pergolesi, Scarlatti e Giovanni Paisiello, Direttore dal 1787 dell’Orchestra del San Carlo e autore dell’Inno Nazionale delle Due Sicilie.
Distrutto da un incendio il 13 febbraio 1816, la fabbrica del Teatro fu rinnovata da Antonio Niccolini, caposcuola del Neoclassicismo a Napoli, che ripropose l’aspetto dell’ultima ristrutturazione del 1812. Sul prestigioso palcoscenico del San Carlo si sono alternate opere e direzioni di Gioacchino Rossini, Gaetano Donizetti, Niccolò Paganini, Vincenzo Bellini, Saverio Mercadante e Giuseppe Verdi.
Non è possibile citare qui tutti i grandi direttori d’orchestra, musicisti, ballerini, coreografi, scenografi, registi, costumisti, artisti, pittori e talenti canori più noti al mondo che hanno scritto la gloriosa storia del tempio della lirica napoletana. Il San Carlo, infine, vanta anche l’ulteriore primato di aver creato nel 1812 la prima Scuola di Ballo d’Italia e una delle più antiche d’Europa. Un ulteriore tassello che rende ancora oggi il lirico partenopeo un centro vivo di cultura riconosciuto in tutto il mondo come pietra miliare della storia del teatro e dell’opera italiana.