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Museo Archeologico Nazionale di Napoli

1777, Napoli

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Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ha sede al Palazzo dei Regi Studi, già caserma di cavalleria del '500, appena fuori la cinta muraria di Napoli. Il Museo trae origine dalla scelta di Ferdinando IV di Borbone di riunire nel Real Museo Borbonico la Collezione Farnese, la raccolta di reperti archeologici provenienti dalle città vesuviane e vari istituti e laboratori didattici e culturali

Il sito

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è tra i più antichi e importanti musei al mondo per ricchezza e unicità del patrimonio archeologico custodito. L’edificio che oggi ospita il Museo, fu costruito nel 1582 in periodo vicereale prima come caserma di cavalleria e poi nel 1612 riconvertito da Giulio Cesare Fontana, figlio di Domenico, autore del Palazzo Reale di Napoli, in Palazzo dei Regi Studi.

A partire dal 1777 Ferdinando IV di Borbone, dopo aver espulso nel 1767 i Gesuiti dal regno, proseguendo la politica archeologica del padre Carlo di Borbone, spostava i Regi Studi universitari all’ex collegio dei Gesuiti nel centro della città e affidava a Ferdinando Fuga e Pompeo Schiantarelli il progetto di creazione del Real Museo Borbonico. Inaugurato nel 1816 il nucleo iniziale del museo era costituito dall’unione di due nuclei collezionisti tra i più importanti al mondo: i reperti vesuviani conservati anni prima al Real Museo Ercolanense della Reggia di Portici e la Collezione Farnese riunita al Palazzo dei Regi Studi nella parte già sistemata al Real Museo Farnesiano alla Reggia di Capodimonte con quella trasferita da Roma a Napoli, tra il 1786 e il 1788, dal sovrano borbonico.

Il progetto di museo enciclopedico di antichità e belle arti, ispirato al modello illuministico universale di tutela e diffusione del bello e del sapere, prese forma nel Real Museo Borbonico con la presenza di altre collezioni reali e istituzioni culturali e scientifiche (la Real Biblioteca, l’Accademia del Disegno, l’Officina dei Papiri, un primo nucleo di Osservatorio nella Sala della Meridiana) che ne fecero uno dei più grandi musei didattici d’Europa destinato alla pubblica fruizione.

Dopo l’unità d’Italia, con il trasferimento della Biblioteca Reale al Palazzo Reale di Napoli e della collezione di quadri al nascente Museo di Capodimonte, il Museo, accresciuto nel frattempo con l’acquisizione di reperti provenienti dagli scavi nei siti della Campania e dell’Italia Meridionale e dal collezionismo privato, ha assunto l’attuale fisionomia di Museo Archeologico Nazionale.

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