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Siti Reali: 20 anni di storia, insieme

Il cuore di una comunità è il suo patrimonio culturale. Tutelarlo, valorizzarlo, renderlo pubblico e fruibile è uno dei compiti irrinunciabili di quanti sono chiamati, a diverso titolo, a proteggerlo quale fondamento per la democrazia, il benessere, la solidarietà, la crescita e lo sviluppo sostenibile

Alessandro Manna

Celebriamo oggi 5 marzo i venti anni dell’Associazione per i Siti Reali e le Residenze Borboniche. Vogliamo qui ripercorrere brevemente le origini, gli scopi e le attività realizzate nel corso degli anni.

Come nasce l’Associazione

L’Associazione nasce come prosecuzione di un lavoro di ricerca e progettazione sviluppato in ambito universitario, utilizzato tra il 2003 e il 2004 nell’ambito del bando nazionale ACRI “Progetto Sviluppo Sud” dedicato alla creazione di distretti culturali nelle regioni del Sud Italia. Il contributo scientifico, infatti, era basato sull’idea di creare un distretto economico culturale del circuito storico dei Siti Reali e delle Residenze Borboniche.

Con questa finalità, a partire dal 2005, l’Associazione ha avviato un’intensa attività di tutela, valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale dei Siti Reali sviluppando, al contempo, iniziative di sensibilizzazione e animazione culturale verso cittadini, imprese, istituzioni e territori.

Tra le numerose iniziative realizzate in questi ultimi 20 anni di attività vale la pena ricordarne alcune tra le più significative che hanno contraddistinto l’operato dell’Associazione.

Attività istituzionale

Dal 2006 l’Associazione ha avviato un’intensa attività di sensibilizzazione con lo scopo di favorire la partecipazione degli enti e istituzioni, oltre che operatori, al percorso di creazione e organizzazione del circuito dei siti borbonici attraverso cicli di incontri, attività di progettazione partecipata, eventi ed iniziative sul territorio.

Tra il 2013 e il 2014 l’Associazione ha, inoltre, avanzato la proposta di iscrizione dell’itinerario delle Residenze Borboniche di Napoli e del Sud Italia nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, esponendo il progetto di candidatura sia sui territori di riferimento che in occasione di eventi nazionali come il World Tourism Event – Salone mondiale del Turismo delle città e siti Patrimonio Unesco.

A partire dal 2014, il progetto del circuito borbonico è stato al centro di un incontro al Parlamento Europeo tra la delegazione dell’Associazione e il Vice Presidente del Parlamento Europeo, On. Gianni PITTELLA, oltre ad essere stato nel 2015 oggetto d’interesse del progetto ACTORS Italia, sviluppato dal Centro OCSE per lo sviluppo locale di Trento in cooperazione con il MiBACT e con l’Autorità di gestione del Programma operativo interregionale “Attrattori culturali, naturali e turismo”.

Il percorso progettuale ha portato tra il 2020 e il 2024 come primo risultato alla nascita del Comitato Istituzionale , costituito da 22 enti gestori di Siti Borbonici, e della prima piattaforma digitale in Italia, royaldistrict.it, che riunisce luoghi, attività e esperienze legate all’eredità borbonica.

Nell’ambito di questo percorso, una particolare importanza riveste la vicenda della Reggia di Carditello, abbandonata e saccheggiata dalla fine degli anni ‘90 del secolo scorso e finita all’asta all’inizio degli anni 2000. A partire dal 2006, grazie all’impegno iniziale dell’Associazione e successivamente di quello di oltre 100 comitati e associazioni, con la campagna “Salviamo Carditello” nel 2014 la Residenza Borbonica è ritornata al patrimonio pubblico.

Attività culturali e turistiche

Sin dalla nascita l’Associazione ha promosso e organizzato una serie di percorsi, tour, eventi, itinerari, mostre e iniziative culturali, con lo scopo di far conoscere il patrimonio culturale borbonico di Napoli e dell’intero meridione d’Italia e favorire la fruizione e la partecipazione pubblica di giovani, famiglie e gruppi organizzati.

Tra le iniziative più significative sono da ricordare gli itinerari borbonici nel Maggio dei Monumenti nel Comune di Napoli; alcune aperture straordinarie di monumenti poco conosciuti e accessibili come le Reggia di Portici, Persano e Carditello; l’evento straordinario organizzato nel giugno 2015 presso la Caserma di Cavalleria borbonica “Edoardo BIANCHINI” di Napoli per far conoscere l’arte equestre napoletana anche con la presenza della razza del Cavallo Napoletano; il programma celebrativo nel terzo centenario della nascita di Carlo di Borbone (2016); il “Premio Siti Reali” nell’ambito del quale particolare importanza riveste la visita a Villa Rosebery, autorizzata dal 2008 dalla Presidenza della Repubblica Italiana.

Giovani, educazione e patrimonio

Al fine di sensibilizzare le giovani generazioni alla riscoperta dell’identità storica e del patrimonio culturale legato ai Borbone, l’Associazione ha avviato sin dalla costituzione progetti e programmi educativi rivolti a scuole di ogni ordine e grado, giovani e studenti universitari.

Tra le iniziative promosse negli anni grande rilevanza ha avuto il progetto formativo “Scuole in Rete”, presentato nel 2009 alla Fiera AULA di Madrid alla presenza dei Reali di Spagna; il progetto di orientamento “HeritageProgram”, rivolto a giovani universitari attraverso convenzioni con il sistema universitario; il Servizio Civile Universale per favorire la partecipazione di giovani operatori volontari nella valorizzazione del patrimonio borbonico dell’Italia meridionale.

Per concludere questo breve excursus sui primi 20 anni dell’Associazione, si può affermare che “Siti Reali” rappresenta una delle esperienze più interessanti e uniche nel panorama del terzo settore italiano che è riuscita a coniugare, nello spirito dell’articolo 9 della Costituzione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale con la partecipazione attiva di giovani e cittadini in un’ottica di sviluppo sostenibile del territorio.

I risultati di questi anni sono stati, infatti, testimoniati anche da importanti riconoscimenti ricevuti dalla Presidenza della Repubblica, Camera dei Deputati e Senato della Repubblica. Non c’è dubbio che senza la partecipazione e il sostegno di soci, volontari e simpatizzanti, oltre alle collaborazioni sviluppate con enti e organizzazioni locali e nazionali, tutto quanto realizzato non sarebbe stato possibile.

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