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Alessandro Scarlatti: musicista barocco fra Napoli e Roma

Ei comprese che la forza dell’arte musicale consisteva nella melodia; così introdusse nel contrappunto la chiarezza, l’espressione, l’eleganza, conservando sempre la semplicità e la nobiltà.

OSCAR CHILESOTTI

La rubrica “personaggio del mese” prosegue con uno spazio interamente dedicata al mondo della musica con Alessandro Scarlatti (1660-1725), uno dei compositori più influenti del barocco, la cui musica ha segnato un ponte fondamentale tra gli stili del tardo ‘600 e quelli del XVIII secolo, che con Mozart raggiungono il punto più alto di sviluppo.

Nato a Palermo, Scarlatti si formò sotto l’influenza di importanti maestri, tra cui si suppone Bernardo Pasquini, Antonio Foggia e Pietro Simone Agostini. La sua formazione si divide tra Napoli (grande centro musicale dell’epoca) e Roma (dove sviluppò il suo stile nella musica sacra e operistica), città a cui sono destinate la maggior parte delle sue opere.

Scarlatti compose brani in vari generi, la sua produzione, infatti, spazia da oltre 40 opere teatrali a quasi 700 cantate, oratori, concerti e sonate il cui grande successo è dimostrato dalla diffusione in tutta Europa e testimoniata dai numerosi manoscritti ancora oggi conservati presso biblioteche italiane e internazionali.

Tra le sue prime produzioni: Gli equivoci del sembiante (1679), L’onestà degli amori (1680), Tutto il mal non vien per nuocere, L’Arsate e Il Pompeo (1683).

Compositore prolifico, Alessandro Scarlatti è considerato tra i fondatori della Scuola Musicale Napoletana, essendone stato il rappresentante più illustre. Trasferitosi a Napoli nel 1683, fu compositore per il teatro del Palazzo Reale. La sua fama e il suo contributo significativo alla musica napoletana sono tali che hanno portato all’intitolazione di una sala in suo nome al Conservatorio di San Pietro a Majella, come atto di riconoscimento della sua eredità culturale.

Durante il periodo napoletano produce opere oratoriali come Il trionfo del valore: Oratorio per il giorno di San Giuseppe (1709), l’Oratorio per la Santissima Trinità (1715) e La Vergine Addolorata (1717).

La sua musica si caratterizza per una straordinaria inventiva melodica, una profonda espressività e una ricerca costante di nuove sonorità, che lo collocarono tra i maggiori compositori italiani dell’epoca.

Sposatosi con Vittoria Ansalone il 12 aprile 1678, dalla loro unione nacquero numerosi figli, tra cui il clavicembalista e compositore Domenico Scarlatti (1685-1757). Legato come il padre alla Scuola Musicale Napoletana, ereditò da lui la passione per la musica e la cui produzione è legata a numerose opere di musica sacra e per “ensemble” da camera e organo.

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